martedì 31 gennaio 2012

Febbraio

Hai una vacanza a scelta. 
Scegliamo la vacanza.
Domani partiamo, decidiamo una meta comoda, abbastanza vicina, in un posto tranquillo, non troppo distante da una bella città, visitabile, culturale, in cui si mangi bene e che nessuno dei due abbia già visto.
La troviamo. 
Triade perfetta: cibo, letto, arte. Mi viene il sorriso solo a pensarci.

Poi, la settimana scorsa, sono sulla tromba delle scale e inizia il terremoto
Amen, cosa vuoi che sia, una scossa, chissenefrega. 
Guardo l'epicentro, giusto per curiosità.
Emilia.
Vabbè, cosa vuoi farci, pazienza, alzo agli occhi al cielo e cerco di non allarmarmi.
Solo che le scosse diventano due, poi tre, poi quattro, Eri, l'hai sentita? Sì l'ha sentita. L'ha sentita anche mio fratello a Milano. Intensità crescente.
Pazienza. Meglio morire di terremoto in agriturismo, facendo l'amore, che a casa studiando l'utilissimo esame di storia dell'alto medioevo per diventare prof. nell'anno del mai.

Ci sono anche le terme. Mi sono messa il costume in valigia.
Povera illusa.

Apro la mail, ho il dominio in libero: "Italia, GELO SIBERIANO almeno fino al 20 gennaio". 
Eccheppalle!

Scrivo a Stefania, mi dice che là sta nevicando ora.

A me la neve piace per un paio di ore. Poi basta.

Mi piace ancora meno quando mi telefona Marco e mi dice, ho scoperto che la mia macchina non ha le gomme termiche, se nevica, andiamo giù con le catene.

[PAUSA]

Mi immagino fare l'amore, con la neve che cade fuori  e BADABADAMMMM!!! eccola! La scossa di terremoto! Corro fuori nuda, scivolo, mi spacco una gamba e mi prendo la broncopolmonite, tanto ci pensa Marco a portarmi all'ospedale con le catene. 

Dio mio.

Propongo di rimandare.

Lui è felice come una Pasqua, non se ne parla proprio.
Marco, la neve, la ama.
Quando ce ne saremo tirata talmente tanta addosso, perché è così che andrà, lo so, gli dirò che abbiamo fatto bene a partire. 

Lamentarsi fa parte del gioco.








martedì 24 gennaio 2012

L'uovo

Nella fattoria ci abita una zia sorda, magra e piena di gatti. Capisce che è arrivato qualcuno perché il campanello, invece di suonare, accende una luce in cucina. 
Ci dicono, andate a prendere le uova, ci danno un cesto.
Il pollaio è dopo il giardino, i galli strappano gli occhi, mi ripeto, così cerco di non guardarli. Prendiamo un bastone, che non si sa mai.
Le galline sono dappertutto. Facciamo alzare quelle sedute, frughiamo nella paglia, quando c'è. 
L'uovo covato è tiepido, sembra vivo. Chi lo trova lo mostra all'altra, riempiamo il cesto e ci dimentichiamo dei galli.

Passiamo il pomeriggio nel pollaio. Ogni tanto mia madre esce, per vedere se stiamo bene.
Stiamo bene, siamo solo sporche e puzziamo di terra.

Andiamo a vedere il gatto in castigo. La zia lo rinchiudeva in una stanza buia, vicino al garage. Ci fa pena.
E' un gatto rosso, sempre il solito, mi pare.

Al posto della fattoria hanno costruito un quartiere residenziale.

Una volta ho visto un uovo diventare un pulcino, un pulcino vero. Se glielo raccontassi ai bambini del quartiere, oggi non mi crederebbero.



venerdì 20 gennaio 2012

Questo non è un post autobiografico.

In alcuni giorni d'inverno adotto la tenuta "freddo estremo".
"Freddo estremo" e "anti stupro" trattasi, in questo caso, di espressioni sinonimiche. Infilo: mutande, reggiseno, panciera di lana, collant, jeans, calzettoni, stivali, maglia di cotone a maniche lunghe, maglione dolcevita, piumino, sciarpa, berretto. I guanti no. Sono distratta, li semino per strada, solo che poi mica ricrescono.
Odio il freddo. In più ho già la testa in primavera, figuriamoci. 
Quando arriva il momento di spogliarsi il trucco è togliersi tutto in due semplici mosse: parte di sopra e parte di sotto. Ti ritrovi nuda in meno di trenta secondi senza dare modo, all'altro, di capire come sei veramente conciata. 
Però attenzione. Possono esserci problemi se il collo del dolcevita è troppo stretto. Così ti ritrovi incastrata, a braccia alte, col maglione e tutto il resto attorcigliati in testa. Assomigli a un'installazione di arte contemporanea del Moma di New York.
- Aiuto! chiedi al tuo uomo.
E quando lui si mette a tirare, eccolo, se n'è accorto. 
-E questa sarebbe una panciera?!? esclama divertito.
-Ma cosa dici, è una fascia!
Essendo lui un uomo non oserà porti alcuna obbiezione, passerà il tempo chiedendosi che differenza ci sia tra una fascia e una panciera. Non arriverà a conclusioni di alcun tipo.

Prima di uscire guardo i siti di Andy Torres e Chiara Ferragni. Per chi non le conosca, sono due fashion- blogger di fama mondiale, una bionda l'altra mora. Adorabili.
Guardo gli outfits del giorno, micro abiti che io comincio a portare si e no in maggio.
Tacco dodici spacca caviglie. Mi immagino camminare sui sampietrini e cadere lunga distesa almeno una volta al giorno. Rialzandomi sorriderei ai passanti dicendo, scusatemi, è che sto cercando di diventare una fashion victim!

Ma parliamo delle calze, che non ci sono. 0 denari, solo pelle al vento. Chiara, che rapporto hai col bagno? le chiederei. Forse ha ragione Giulio quando, al quarto spritz, declama una massima di grande spessore: le belle ragazze non vanno MAI in bagno.

Io, giro sempre con un paio di Imodium in borsa, perché non si sa mai.
Sarà per questo che non ho vinto Miss Italia.

lunedì 16 gennaio 2012

Perla di saggezza n°4


Se vieni scambiata per la moglie di tuo padre, di sicuro non hai ereditato la sua genetica.
Passa alle creme anti-age.
Se già le stai usando buttale via.
Prenditi un buon avvocato e fai causa a Chanel, se hai tempo. Perderai.

Se vieni scambiata per la moglie di tuo padre pensa come può sentirsi tua madre, che invece viene scambiata per tua suocera.
Quindi stai serena, infondo potrebbe andarti molto peggio.

venerdì 13 gennaio 2012

C'era una volta.

Ieri il biglietto per andare a Padova mi è costato cinque euro e dieci, sola andata.
Quando ho iniziato l'università un biglietto costava quattro euro e sessantacinque.
Quando mia madre era bambina erano gli insegnanti ad avere sempre ragione. Se qualcosa andava storto era meglio tacere, altrimenti le prendevi pure dai tuoi.
Quando mio padre abitava in paese si giocava per le strade fino a tardi, le ginocchia si sbucciavano, come le arance, senza farci troppo caso.

Quando si era giovani era sempre meglio di oggi.
Mia mamma me lo ricorda facendomi la predica.

Ilaria.
Quando tua nonna era giovane andava a prendere la farina in bicicletta fino a Isola dopo esser stata in fabbrica. E Pippo passava a bombardare. Oggi la macchina la uso io e tu vai a piedi.
Oppure.
Guarda che quando vivevo con tua nonna, mai, mi sarei sognata di rispondere col tono che stai usando ora. Vergognati. Una volta si aveva più rispetto.
E ancora.
Ilaria smettila di comprarti vestiti che quando ero ragazza di vestiti da festa ne avevo solo un paio. Tu hai l'armadio pieno. Vergognati (e riddaje)

Quando era una volta io non c'ero. Deve esser stato proprio un brutto mondo.

Mica posso controllare, mugugno a mia madre.
Mi prendo uno di quegli schiaffi sacrosanti.

Quando avrò una figlia le dirò, mia cara, mia madre sì che me le dava di santa ragione. Non come te adesso, che mi rispondi con questa faccia.
Anzi. 
Meglio!
Quando avrò una figlia il passato lo distorcerò proprio del tutto. Inventerò aneddoti che sostituiscano quelli veri, o almeno una parte
Diventerò una specie di Giovanna D'Arco. E Marco un nuovo Padre Pio.

Quando sarò vecchia una volta sarà sempre meglio di domani, perché infondo è andata bene ed è un peccato che possa finire.









mercoledì 11 gennaio 2012

Esperienze editoriali. Parte 2

Il mio primo micro-contratto con la casa editrice. Oggi, è ufficiale.
La corsa verso il mecenatismo è ancora aperta.


lunedì 9 gennaio 2012

Quasi quasi ci butto un occhio (parte 1)

The tree of life Un film, che non è un film, ma un modo di guardare e sentire. 
Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve Finalmente un best seller decente: vivace, ben scritto,  decisamente simpatico, come una bella giornata di sole.
Micronarrativa storie comprese in 140 caratteri. 
This is england cercatelo e guardatelo in streaming. Vi piacerà.
Riccardo Guasco che ha illustrato alcuni dei microracconti di micronarrativa. Maquantèèèèbravvo!?!
Inutile e il suo nuovo formato. Abbonatevi!
Paolo di Paolo che ha scritto un libro importante di cui ho già parlato qui
I the Hair of Dog che fanno cover eccellenti dei System of a down. Il 27 gennaio suoneranno ad Arzignano

Enjoy!


giovedì 5 gennaio 2012

Riviera Paleocapa

L'appartamento era la mia casa. Ci stavo bene. Ci stavamo bene. 
Adesso che non è più mio vorrei rivedere tutte le persone che ci sono passate. Perché il tempo ci sparge sempre più distanti, per tornare vicini bisogna andare controvento.
Bisogna volerlo.

Le feste mi mettono agitazione. Vorrei sapere prima che andranno a finire bene.
Ma ho sempre compiuto gli anni col caldo, le ferie facevano andare in vacanza gli amici, e mia madre per non farmi sentire diversa, mi portava alle elementari con un cabaret di paste un giorno qualunque, per prendermi in anticipo.

Sabato non sarà il mio compleanno, ma non sarà neanche un giorno qualunque. 
In stazione avrò le budella attorcigliate. Ci riabbracceremo come se non ci vedessimo da un paio di giorni, se qualcuno ha preso o perso qualche chilo, pazienza, nessuno ci farà caso.

Amici miei, cosa siamo diventati in tutto questo tempo?

Siamo rimasti amici, e' bastato volerlo.
E il resto ce lo racconteremo a tavola.




lunedì 2 gennaio 2012

La promessa

Il mare d'inverno sa di argento e sale. La sabbia si infila nelle scarpe, levale, mi ordina.
Disubbidisco.
Il mare d'inverno ha lo stesso colore dei miei pensieri, quando aspetto l'estate.

Come un'onda, ritornerò, gli prometto.

A luglio ci infiliamo l'uno dentro l'altra. 
Il mare d'estate sa di amico ritrovato.