giovedì 28 novembre 2013

Scirocco

Lo vedi passare in bicicletta, con il gilet giallo fluo e le strisce catarifrangenti, anche se fuori è una mattina imbevuta di azzurro e quell'uomo grande con la testa pelata si vede arrivare lontano un miglio. Consegna le lettere per conto del comune, tutti lo conoscono, così lo salutiamo chiamandolo per nome, qualche volta dandogli una pacca sulla spalla come si fa coi bambini, solo che lui è alto almeno un metro e ottanta, i peli nelle orecchie stanno imbiancando.

Ha la lingua impastata, parla lentamente perché i suoi pensieri hanno bisogno di tempo per agganciarsi uno all'altro e creare un'immagine da dipingere con parole malconce.

E' simpatico.
Qualcuno lo chiama deficiente. 
Alcune ragazze abbassano la testa e camminano rasente ai muri per non incrociare lo sguardo e dover rispondere a complimenti non ricambiabili, dei quali non si potrebbero vantare nemmeno con sé stesse. Aderiscono ai palazzoni trasformandosi in fogli sottili, manifesti pubblicitari pieni di fretta e imbarazzo mal celato.

L'uomo sulla bicicletta quando mi vede scampanella allegro, mi ha chiesto l'autografo quando ancora cantavo nel coro. Fa il collezionista, gli piacciono le firme delle celebrità, ne possiede a migliaia. 
Non si sa mai che diventi famosa, fammi una firma, per favore.
Gliel'ho fatta ridendo, all'epoca cantavo polifonia e gregoriano facendo i concerti nelle chiese, sarei potuta diventare una superstar al massimo tra le suore di clausura o i frati cappuccini.

Custodisce l'anima della città fischiettando contro i problemi che galleggiano dentro le nuvole, li spazza via con leggerezza trasformandosi in scirocco. 

Pedala facendo crepitare le foglie secche, così le strade diventano vive.

lunedì 18 novembre 2013

Volevo fare la scrittrice e invece sono un'aspirante Gabibbo

A Giulia C. e a diversi altri sulla nostra stessa barca,
 con pirlitudine
Ok. 
Visto che anche la strada del dottorato non è momentaneamente percorribile, visto che l'ho cannato per un, dico UN, punto bisogna ingegnarsi in qualche modo. Tipo che ho cominciato a fare dei trip mentali assurdi riguardo le professioni non convenzionali su cui potrei investire. Perché ok il romanzo, i racconti, la gloria, ma insomma, devo pur guadagnare qualche soldo per i regali di natale. Così ho scritto il mio elenco di professioni alternative. Ovviamente la serial-killer e la narcotrafficante sono i mestieri che ho considerato per primi, ma sapete, troppi rischi, non ne vale la pena. Metti che poi ci prendo gusto, meglio non iniziare nemmeno, va. E quindi beccatevi il mio elenco.
  1. La scrittrice di notizie di merda. Non so se abbiate presente l'home page di Libero.it, sezione news. Io sì, ho la mail in Libero, la controllo ogni mattina, da anni. Ecco, mi sono sempre chiesta chi sia quel poveretto che si occupa di tenere costantemente aggiornata la pagina con pezzi del tipo "Dopo vent'anni giovane donna si accorge di essere senza vagina", puntualmente ripresi nei magnifici servizi di Studio Aperto. Visto che la sezione piace tanto agli italiani forse, invece che a un libro, dovrei  cominciare a dedicarmi alla stesura di articoli intelligenti, del tipo "Se dormi ti riposi".
  2. Il Gabibbo. Ormai da quanto esiste? Venticinque anni? Il mimo che lo anima sarà anche stufo. Presto o tardi dovrà andare in pensione, no? Ecco la mia candidatura! Ho le manone, sono abbastanza alta, mi piace travestirmi, non ho problemi con le telecamere. Dimenticavo: il rosso mi dona.
  3. La disperata ai funerali. Non hai amici? Vuoi un funerale drammatico, dove ci sia una donna carina a piangere la tua morte? Affittami. In questo caso però lavoro solo con pagamento anticipato, metti che muori. 
  4. La silenziatrice di bambini in libreria. O anche in biblioteca. Vi siete mai accorti? Siete concentrati a capire se vale la pena spendere 20 euro per un Einaudi appena uscito ed ecco. Entra una sirena di cinque anni che comincia a piangere, o a fare i capricci a diecimila decibel per comprare l'album di Peppa Pig. Eccheccazzo. Ho sempre pensato ci volesse qualcuno pagato per fare SHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH e una faccia da cattivo dei cartoni animati per riportare la situazione alla normalità.
  5. La cercatrice di forcine. Se siete donne vi sarò indispensabile. Avete mai pensato a come le forcine e gli elastici per capelli abbiano la capacità di sparire in giro per casa, nonostante si continui a comprarne a bizzeffe??? Da oggi potete comprare me! Ritroverò anche gli aghi nei pagliai, oltre alle clip degli orecchini!
  6. La divertita, nonostante le tue barzellette facciano cagare. Non riesci a far battute che vengano apprezzate dagli altri? Hai una cena di lavoro e vuoi fare il brillante dimostrandoti il più divertente di tutti? Pagami e riderò a comando. Non so se però, in questo caso, Berlusconi abbia già inventato l'albo per i suoi.
  7. La localizzatrice di calzini [che sono sempre nel solito cassetto]. Amoreeee, sai dove ho messo le mutande? E i calzettoni blu? Sai dov'è lo scolapasta? Propongo un servizio a domicilio per donne frustrate da mariti con memoria breve. Se l'attività dovesse andare in porto creerò pure una app gratuita chiamata "Sono dove li hai lasciati ieri". Tutti gli uomini la troveranno utilissima per il solo fatto che a dare consigli non sarà una donna, ma uno Smartphone.
  8. La donatrice di puzza. Pensavo di mettere in vendita il mio sudore raccolto dopo l'allenamento di pugilato in modo che la Dove possa brevettare un deodorante in grado di neutralizzare gli odori intorno alle discariche, che più o meno è lo stesso che aleggia intorno ai ring, dopo un incontro.
  9. La coniglia. Propongo a tutte le "donne in crisi" mie amiche di spogliarsi e fare un calendario, poi lo mandiamo alla redazione di Playboy. Se Hugh Hefner non ci vuole (ma ci vorrà) chiamiamo quelli di Libero.it che allerteranno a loro volta Barbara d'Urso: La crisi colpisce anche le conigliette, è dramma. Un appello ai politici italiani.
  10. L'ideatrice di lavori improbabili. Sei anche tu in cerca di un lavoro serio, ma non ti senti portato per neanche uno tra quelli che ho elencato? Vuoi una professione originale, ma sei a corto di idee? Mandami le tue caratteristiche, raccontami le tue passioni, al resto ci penso io! 
La fantasia salverà il mondo, o almeno il buon umore.

lunedì 11 novembre 2013

Magnolia

Questa notte soffiava un vento pieno di fiato, urlava qualche volta. L'ho ascoltato passare sotto il portico e far tremare lo scaccia spiriti, che suonava impazzito, pareva che ci fossero migliaia di campanacci attaccati al collo di vacche fantasma, pronte a caricare tutte insieme.

Mi sono addormentata tardi, in salotto, sul divano. Tutti i divani mi fanno dormire meglio perché mi abbracciano, mi fido di loro. 
Mio padre di pomeriggio aveva costruito una serra che riparasse le piante dal gelo, che tutti gli inverni ghiaccia il cielo, la terra e i visi sotto le sciarpe, rendendoli grigi.
Penso che non resisterà, quella serra fatta di nylon e spago, la spazzerà via il vento, come il pomeriggio di mio padre passato a montarla.

Mi sveglia mia madre che il sole non è ancora sorto, ci sono ancora le stelle che luccicano fra le nuvole polverose.
In mezzo al giardino sta distesa la magnolia, lo occupa quasi tutto tant'è grande. Il vento l'ha spaccata alla base, è crollata impotente. Sopra di lei ci giocavamo da bambine, mi arrampicavo in alto e poi saltavo sull'erba.
Vorrei poterla seppellire e farle un funerale, invece la faremo a pezzi, brucerà nella stufa.

La serra è ancora in piedi, il vento ha spogliato gli alberi, i cachi accendono il primo giorno di freddo.
La mia casa che invecchia fa tenerezza, come le persone che finiscono.

venerdì 8 novembre 2013

Dentro

Il salotto va pulito con l'aspirapolvere, ogni mattina, possibilmente. Intorno alla stufa cade la cenere, sotto le piante cadono le foglie. Lo sporco che si riforma mi ricorda che ogni giorno la vita ricomincia, anche se nell'ultimo mese mi sembra che il tempo sia intrappolato in una morsa e non mi permetta di cambiare come sarebbe giusto.

In cucina pranzi voraci di famiglia a dieta. Sono l'unica privilegiata che può mettere il burro nei tortellini fino a quando l'allenatore non viene a proibirmi alcool e carboidrati. La vita senza calorie è tristemente fredda.
A cena sono stanca perché cercare un lavoro è faticoso, figuriamoci non trovalo. I miei genitori sono stanchi perché hanno lavorato troppo.
Mia madre si lamenta delle relazioni e dei consigli di classe, io mi lamento perché il suo è il lavoro che dovrei avere.
Litighiamo, ogni tanto parliamo del tempo.

In camera dormo e scrivo.  Scrivo cose belle, le cose belle sono superflue, quindi sempre gratis. Sono stufa di pensare sempre al presente singolare, preferirei il futuro plurale. Non posso fare altro per il momento.

Esco perché dentro il cielo è sempre un soffitto.

Fuori il mondo continua a piacermi.



martedì 5 novembre 2013

Autocelebrazione

Oggi giornata di pubblicazioni! 
Potete leggere una mia breve inchiesta su Sei Magazine, l'inserto mensile che esce con Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi e L'Arena di Verona. Si parla di crisi e di giovani espatriati.
Su Soft Revolution è invece stato pubblicato un altro mio pezzo, un po'spavaldo, su pitt-bull, scarpe e aperitivi. Lo potete leggere qui e....a presto altre novità!