giovedì 6 marzo 2014

San Tommaso

Vengo a scoprire George Saunders lo scorso mese. Avevo letto un'intervista su inutile (una delle poche uscite in Italia) e Matteo Scandolin me l'aveva consigliato. Quando qualcuno mi parla troppo bene di qualcosa lo sospetto a priori, anche se è il mio amico più fidato a farlo. Così vado in libreria e compro Dieci dicembre, una raccolta di racconti edita da Minimum Fax con una bella copertina azzurra.

Dunque.
Consiglio a tutti di cominciare a leggere Dieci dicembre dal secondo racconto, il primo potrebbe demoralizzarvi e sarebbe un peccato. Saltatelo senza sensi di colpa, tanto potrete comunque ritornarci alla fine. E mi capirete.

Le recensioni che riguardano i lavori di Saunders spesso contengono la parola gentilezza, che è un termine desueto, soprattutto ai nostri tempi, divenuto celebre dopo un discorso dell'autore agli studenti della Syracuse University.
Ora.
La prima parola a me viene in mente pensando a Saunders è libertà, mi sembra molto più pertinente. Oppure pazzia.
I racconti che riesce a scrivere hanno una potenza bizzarra, rara, che non dev'essere capita razionalmente, ma che viene assimilata empaticamente, comincia a scorrere nel sangue e ti si insinua fin dentro lo stomaco.
Mi spiego meglio.
Ci sono libri ben scritti che appena conclusi vengono dimenticati nel giro di pochi giorni. Sauders riesce a far durare il racconto aldilà della pagina, a distanza di un mese sto ancora pensando a certe sensazioni, a certe intuizioni, che prendono senso se lasciate sedimentare nei pensieri.

Ancora migliore di Dieci dicembre è Pastoralia. Un libricino che contiene sei racconti, sei allucinazioni taglienti che esasperano e sbeffeggiano alcune ipocrisie del mondo contemporaneo.
Quercia del mar in particolare è una gemma preziosa, una storia grottesca e perfetta, estremamente divertente che mi piacerebbe aver scritto e che da sola vale i nove euro spesi per il libro.

Penso che Saunders abbia del talento vero, se non sapete cosa leggere magari ricordate questo post.
Sapete, mettendoci il naso si trovano molte cose brutte, ma anche molte cose belle, San Tommaso la sapeva lunga.

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