giovedì 27 agosto 2015

Una fiaba

Dopo un paio di mesi di letture sfortunate, arriva lui. Justin Torres.

Chi mi conosce lo sa, uno dei libri al quale sono più affezionata è il Grande Quaderno, il primo della Trilogia della città di K. Pensavo di non trovare niente di simile e per un periodo mi pareva che nessuno scrivesse meglio della Kristof. E invece.

Noi, gli animali è un libro bellissimo, che in qualche modo mi ha ricordato terribilmente il Grande Quaderno. Sarà che si parla di bambini, sarà che quei bambini sono tutti fratelli. Di fatto Torres ha talento da vendere, racconta una famiglia senza spendere troppe parole per definirne i contorni: ha una lingua precisa, che accosta sempre gli elementi giusti trasformandoli in immagini fluide, che disegnano con armonia le simmetrie sbilenche presenti in tutto il libro.
Brooklyn si mischia alla natura come il padre nero fa con la madre bianca: senza mai riuscirci completamente.

Per chi ha voglia di leggere qualcosa di buono, Noi, gli animali è un gioiellino che ha la potenza delle fiabe, si ascolta fino alla fine, senza perdere il ritmo. Incanta e sorprende, lo consiglio a tutti quelli che hanno amato Agota, perché un po' la ritroveranno. 
Ritroveranno la poesia dell'infanzia crudele, la scrittura che incide e guarisce, la nostalgia per un tempo in cui giocavamo nei campi ed eravamo anche noi gli animali.

lunedì 24 agosto 2015

Cosa rimane

La Maremma mi si attorciglia ai capelli e li aggroviglia: all'inizio sono gli aghi di pino portati dal vento, poi è il sale impastato con l'aria di finestrino a renderli selvatici. La sera facciamo la doccia in una vecchia vasca da bagno, siamo in quattro e l'acqua deve bastare per tutti, io canto a squarciagola, la sabbia scivola dalla schiena e si infila tra le dita dei piedi.

C'è un cavallo che si chiama Cortese che la notte viene a pascolare sotto le nostre finestre, pensiamo siano i cinghiali, facciamo finta di avere paura, come quando da bambini credevamo che le ombre potessero uscire dai muri. 
Ricomincio a dormire facendo sogni che riesco a ricordare, la mattina a colazione li racconto a tutti e mi verso il caffè bollente sul braccio -vicino al polso ho ancora una bolla viola, a forma di cuore.

Dentro il cielo nuotano uccelli neri, le colline piene d'estate sono diventate deserto: noi ci infiliamo dentro a tutto quel giallo e ci togliamo dagli occhi le preoccupazioni che facevano sentire anche ai vicini le nostre voci. Percorriamo strade tortuose senza incontrare nessuno, lasciamo le vecchie abitudini e siamo solo presente.
Cosa rimane se tolgo tutto quello che non serve? 

Ho sempre voglia di scrivere. 

Dentro le vetrine gli oggetti invecchiano, sbiaditi dal sole. Io mi scurisco e sulla fronte compare una macchia a forma di America. Percorro le coste con il dito quando mi spalmo la crema a fine giornata.
Sotto le lenzuola leggo libri bellissimi.

domenica 2 agosto 2015

Cinque stelle

Per spegnere le sigarette usavano un braccio di bambino, il loro. Così il figlio è stato affidato a una nuova famiglia, che accoglie tutti quelli che sono nati nel posto sbagliato. Solo che Giovanni è stato posacenere per troppo tempo e i suoi genitori ha cominciato a vederli nei corridoi anche se loro l'avevano dimenticato subito, come succede coi soprammobili che non servono più a niente.

Scappa in continuazione Giovanni, passa da una stanza all'altra perché non riesce a legarsi più a nessuno. I giochi, le parole, gli altri ragazzini gli scivolano dagli occhi e colano per terra, a cosa serve la giovinezza  se non puoi essere felice?
Giovanni esplode di rabbia all'improvviso distrugge i mobili, spinge le persone, strappa i fogli su cui disegna biglietti aerei di sola andata per una città che si è inventato e alla quale pensa spesso.

Giovanni mi mostra il sito di una catena di alberghi super lusso che porta il suo cognome. Cinque stelle si nasce c'è scritto in apertura. Ormai il virtual tour lo conosce a memoria, mi fa vedere la piscina, la sala da pranzo con le sedie dorate, l'area relax e il cinema con le poltrone di pelle bianca. 
Ha lo sguardo fisso sullo schermo. Scarichiamo il listino prezzi e lo stampiamo, cerchiamo le foto del centro benessere, poi torniamo alla home e riappare la scritta.
Vedi, mi dice, cinque stelle si nasce, io invece sono solo un disabile. 
Non so cosa rispondergli, lui si alza e cambia stanza.